Le obbligazioni e la “regola del caffè Lavazza”

Antica caffettiera napoletana

Chiunque abbia superato i 30 anni di età non può non ricordare i celeberrimi spot televisivi della Lavazza, in cui Nino Manfredi promuoveva il caffè italiano ricordando agli spettatori che “più lo mandi giù, e più ti tira su” (guarda lo spot)

Già, ma che cosa c’entra questo con le obbligazioni?

Un nesso c’è, e fu un cliente un giorno a farmi venire in mente che la “regola Lavazza” poteva essere utilizzata per spiegare in parole semplici e facilmente memorizzabili la relazione che esiste, in situazioni normali, tra l’andamento dei tassi di interesse ed il prezzo delle obbligazioni e dei titoli di stato a tasso fisso. Parafrasando la pubblicità, quindi, più mandi giù il tasso di interesse e più ti tira su il prezzo dell’obbligazione.
 
Ovviamente questa relazione ha un fondamento scientifico, che proviamo ad analizzare di seguito.
 
Iniziamo col dire che l’obbligazione è un titolo di debito, che dà al detentore il diritto ad ottenere un interesse in cambio del prestito di denaro all’emittente dello strumento finanziario. Nel caso delle emissioni “a tasso fisso“, il valore delle cedole riconosciute al creditore è stabilito al momento dell’emissione e rimane invariato per tutta la durata del prestito.
 
Consideriamo, ad esempio, il Btp emesso dallo Stato italiano a settembre 2014, con cedola del 2,5% e scadenza dicembre 2024. All’emissione e nei primi giorni di vita del titolo, il suo prezzo era intorno a 100, un valore convenzionale adottato per quasi tutte le emissioni obbligazionarie che rappresenta anche il prezzo di rimborso. Ciò significa che chi ha sottoscritto o acquistato il titolo in quel periodo si è “assicurato” un rendimento del 2,5% lordo annuo fino per i successivi 10 anni, fino alla scadenza naturale dell’obbligazione.
C’è da chiedersi come mai quel Btp sia stato emesso proprio con una cedola del 2,5%. Le motivazioni sono complesse, ma semplificando potremmo dire che le condizioni di mercato di quel periodo (tassi di mercato, situazione macroeconomica, spread, affidabilità percepita dell’emittente, ecc.) hanno fatto ritenere al Ministero del Tesoro che un tasso di interesse del 2,5% fosse quello ideale per attrarre i sottoscrittori e riuscire così a collocare il titolo di stato.
 
Ora, esaminiamo il grafico seguente, che rappresenta il rendimento medio dei titoli di stato dell’area Euro (con scadenze comprese tra i 7 ed i 10 anni) ritenuti più sicuri, contraddistinti dal rating AAA. A settembre 2014 (linea viola) una obbligazione con queste caratteristiche rendeva poco meno del 2,5%, mentre oggi (linea blu) il rendimento è appena superiore all’1%. Che cosa significa ciò? Si dice che “i tassi sono scesi”, ovvero che (per varie cause che non affrontiamo in questo articolo) gli emittenti sono disposti a pagare meno interessi per ottenere prestiti di denaro.
Rendimenti titoli di stato Area Euro
So che a questo punto starete pensando che chi si è aggiudicato il Btp dell’esempio precedente ha fatto un affare, perché continua a percepire un rendimento annuo del 2,5%, molto più alto di quello offerto oggi dai mercati. Il ragionamento è corretto.
Qualcuno tra voi potrebbe domandarsi: “E allora, perché non comprare quel Btp anche oggi, per godere dello stesso trattamento?”. La risposta è semplice, e ce la fornisce proprio la “regola Lavazza”!
 

LA REGOLA LAVAZZA: RELAZIONE TRA TASSI DI INTERESSE E PREZZI

 
In economia, si dice, non esistono pasti gratis, ovvero non è possibile trovare uno strumento finanziario che, a parità di rischi assunti, offra un rendimento certo superiore ad altri. Quindi, è inevitabile che anche il Btp del nostro esempio, se acquistato oggi, debba rendere molto meno rispetto all’emissione. “Ma avevi detto che il valore cedolare era fisso ed immutabile!”. E’ vero, lo confermo, e infatti la soluzione va cercata altrove, precisamente nel prezzo del bond. Ricordate quanto scritto poco fa? Più mandi giù il tasso di interesse e più ti tira su il prezzo dell’obbligazione.
 
Il rendimento totale di una obbligazione può infatti essere schematizzato come segue:
 
Rendimento complessivo = prezzo di vendita / rimborso + cedole incassate – prezzo di acquisto / sottoscrizione – imposte.
 
Ecco perché il Btp del nostro esempio oggi ha un prezzo di mercato di circa 109!
 
Con la discesa dei tassi di interesse, il suo prezzo è salito (ecco la regola Lavazza…) per fare in modo che il rendimento complessivo del titolo si adeguasse a quello offerto dal mercato. Comprando il Btp a 109 oggi, si continuerebbero a percepire cedole annue del 2,5%, ma il rimborso avverrebbe, alla scadenza, a 100, generando quindi una perdita di valore (rispetto al prezzo pagato) che ridurrebbe il profitto complessivo dell’operazione di investimento. Facendo un po’ di conti, il rendimento lordo annuo dell’operazione sarebbe circa dell’1,3%, praticamente la metà rispetto a due anni fa!
 
Ovviamente, la “formula Lavazza” funziona anche all’inverso: in caso di aumento dei tassi, i prezzi delle obbligazioni scenderanno per consentire al rendimento complessivo di adeguarsi alla condizione di mercato.
 
Esistono misure finanziarie (ad esempio la duration e la convessità dei titoli, argomenti che non tratteremo in questo articolo) per conoscere con discreta precisione la sensibilità del prezzo delle obbligazioni ai movimenti dei tassi di interesse.
 
Per effettuare scelte consapevoli al momento di investire in obbligazioni a tasso fisso, per ora è sufficiente sapere che:
  • il prezzo delle obbligazioni a tasso fisso varia durante la vita del titolo, in funzione dell’andamento dei tassi di interesse (sempre ipotizzando che le altre condizioni rimangano invariate);
  • i movimenti di prezzo saranno tanto più ampi quanto più è lunga la vita residua dell’obbligazione, ovvero quanto più è lontana la sua scadenza;
  • a parità di scadenza, i titoli con cedole più corpose avranno minori variazioni di prezzo rispetto ad emissioni con cedole contenute;
  • tali variazioni di prezzo hanno effetti fiscalmente rilevanti che vanno tenuti in considerazione se si decide di vendere o comprare i titoli durante la loro vita.
 
Torneremo presto a parlare di questi argomenti. In particolare, cercheremo di capire come comportarci negli investimenti obbligazionari nell’attuale contesto di mercato, caratterizzato da tassi di interesse ai minimi storici e dal rischio di un rialzo degli stessi.
Nel frattempo, scrivi qui le tue osservazioni e le tue domande sulle obbligazioni a tasso fisso e sulla “regola Lavazza”.
     

Se ti è piaciuto, condividi! Grazie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *