Diverse indagini, condotte negli anni da enti italiani e da istituzioni estere, restituiscono in maniera univoca un dato sconfortante: la popolazione italiana è molto impreparata sugli argomenti economici e finanziari, ampiamente sotto la media di tutti i paesi sviluppati.
Un’indagine condotta da Standard & Poor’s, Gallup e dalla Banca Mondiale, pubblicata dal Wall Street Journal a novembre 2015 (consulta la ricerca sulla cultura finanziaria), ha classificato l’Italia al 63esimo posto per competenza finanziaria. Solo il 37% del campione intervistato è stato in grado di rispondere correttamente a 5 semplicissime domande su argomenti finanziari: ovvero, 2 italiani su 3 non hanno la competenza necessaria per decidere in maniera consapevole e si affidano al caso nelle scelte che ogni giorno riguardano la gestione dei propri soldi (investire i risparmi, scegliere un mutuo, stipulare una polizza assicurativa, pianificare la pensione, tutelare i figli e eredi, ecc).
I dati non migliorano prendendo in analisi soltanto le fasce più giovani della popolazione, infatti una rilevazione Ocse Pisa (2012) ha classificato i giovani italiani al 17esimo posto su 18 per competenze finanziarie.
Cosa ancora più preoccupante, la cultura finanziaria nel nostro Paese cresce ad un ritmo troppo lento, poco o per nulla incentivata da iniziative e strumenti che siano davvero efficaci per migliorare la conoscenza di ciò che attiene all’economia delle famiglie e delle imprese. Da qualche anno si parla di introdurre lo studio della finanza nelle scuole italiane, ma nonostante gli ottimi risultati ottenuti dai progetti pilota condotti in alcune scuole medie e superiori, il programma per ora non decolla e non ci sono significative possibilità che ciò accada nel prossimo futuro.
Nell’epoca dei social media e degli smartphone, Internet potrebbe essere una risorsa importante per migliorare le proprie competenze in materie economiche, eppure gli utenti italiani non paiono così motivati ad occuparsi dei propri risparmi e delle proprie finanze personali, preferendo dedicarsi ad argomenti decisamente più “leggeri” (la tabella a fianco mostra le 10 parole che sono state più cercate in Italia su Google negli ultimi 12 mesi: l’esito è abbastanza sconfortante, non trovi?).
E’ risaputo che si dedicano intere giornate alla ricerca di informazioni, test e confronti per scegliere la nuova auto o il nuovo telefono, ma ci si affida spesso alla banca sotto casa o all’ultimo spot tv per investire i propri soldi o richiedere un mutuo, salvo poi rimanere delusi per il risultato ottenuto o, peggio ancora, patire conseguenze inattese e dolorose che si sarebbero potute evitare facilmente con un minimo di conoscenza, o con qualcuno di esperto a cui rivolgersi per un parere motivato ed onesto.
“Capire per investire” nasce con l’intento di fornire una informazione semplice e diretta sui piccoli e grandi temi correlati alla finanza personale. Non sarà un trattato di economia né l’enciclopedia dell’investitore, ma si propone di diventare un amico sincero ed affidabile a cui rivolgersi per soddisfare le proprie curiosità sulla finanza.
Scriverò articoli che spiegano in modo facile e comprensibile i principali strumenti di investimento, i rischi dei mercati finanziari, le regole della fiscalità, le scelte legate alla previdenza e tanti altri argomenti di carattere finanziario. Risponderò volentieri alle vostre domande su tutto ciò che non vi è chiaro o che vi lascia dubbiosi quando state per comprare una azione o una obbligazione o vi accingete a chiedere un mutuo o un finanziamento.
Warren Buffet, il celebre investitore americano diventato miliardario grazie alle sue intuizioni ed alla sua cultura finanziaria, disse una volta: “Il rischio nasce dal non sapere cosa stai facendo”. Allora, se ti senti impreparato o spaventato da ciò che riguarda la finanza e vuoi ridurre i rischi che i tuoi soldi corrono ogni giorno, “Capire per investire” può aiutarti.
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Buona lettura.