In questi giorni di tensione sui mercati finanziari si sente spesso parlare di Banche Centrali, che prendono decisioni sempre più frequenti con l’obiettivo di indirizzare gli eventi, e l’economia nel suo complesso, nella direzione ritenuta più opportuna. Ma che ruolo hanno, nello specifico, le Banche Centrali? Che tipo di banche sono, e quali sono i loro compiti? Scoprilo in questo articolo.
Esistono più di 160 banche centrali nel mondo, tuttavia le più importanti a livello sistemico, quelle a cui ci si riferisce abitualmente parlando di banche centrali, sono 5: BOJ (Bank of Japan) in Giappone, BOE (Bank of England) nel Regno Unito, FED (Federal Reserve) negli Stati Uniti, PBOC (Popular Bank of China) in Cina e ovviamente la BCE, la Banca Centrale Europea.
Queste istituzioni si occupano di supervisionare il sistema monetario della nazione a cui appartengono o, come nel caso della Banca Centrale Europea, di un gruppo di nazioni, con l’obiettivo finale primario di tenere sotto controllo l’inflazione per favorire la stabilità dei prezzi e promuovere un’economia florida.
Le Banche Centrali svolgono poi la funzione di “banca delle banche”. Quando le banche commerciali hanno bisogno di finanziarsi, di solito a brevissimo o breve termine, si possono rivolgere alla banca centrale di riferimento per contrarre dei prestiti, in cambio dei quali devono ovviamente offrire garanzie (di solito per questo vengono utilizzati titoli di stato).
Le banche centrali fungono anche da presentatore di ultima istanza per le banche commerciali, garantendo cioè di poter fornire fondi alle economie dei vari Paesi nel caso in cui le banche commerciali, ad esempio in caso di crisi, pur disponendo formalmente dei fondi necessari, non siano in grado di coprire la richiesta di denaro contante in tempi rapidi. E’ ciò che è accaduto, ad esempio, la scorsa settimana quando la Fed è intervenuta per garantire a tutti i correntisti della SVB, la Silicon Valley Bank, di poter recuperare tutto il loro denaro sebbene la loro banca stesse fallendo.
Per mantenere la stabilità dei prezzi e tenere sotto controllo l’inflazione le banche centrali possono ricorrere a diversi strumenti. Il più importante di questi è il controllo del costo del denaro, esercitato attraverso la gestione dei tassi di interesse.
I soldi vengono stampati dalla banche centrali, che in questo modo controllano la quantità di denaro in circolazione nel loro territorio. Dopo averli stampati, le banche centrali prestano i soldi alle banche commerciali a fronte di un certo interesse, affinché queste ultime possano a loro volta prestarli, ad un altro tasso di interesse (solitamente più alto), ai propri clienti, che siano privati cittadini o imprese. L’interesse a cui la banca centrale presta il denaro alle banche commerciali è il famoso tasso ufficiale di sconto, ed è in pratica il costo del denaro in un dato momento.
A seconda delle esigenze e degli indicatori economici, ogni banca centrale può decidere di diminuire o aumentare il tasso di interesse. Se il tasso di interesse scende, scende anche il prezzo del denaro, rendendo così meno costoso e più conveniente, per le banche commerciali e le persone, prenderlo in prestito. Questo vuol dire più denaro in circolazione, e quando c’è più denaro in circolazione tendenzialmente l’economia viene stimolata ed aumenta la crescita, ma aumentano di conseguenza anche i prezzi, e con essi l’inflazione. Se la banca centrale decide invece di aumentare il tasso di interesse, il prezzo del denaro salirà, e sarà meno conveniente per le banche commerciali e le persone prenderlo a prestito. E quando c’è meno denaro in circolazione di solito la crescita economica rallenta perché finanziarsi diventa più costoso: la gente spende meno, i prezzi calano e col tempo diminuisce l’inflazione.
Infine le banche centrali hanno anche il compito di vigilare sulle cosiddette G-sifi (Global Systemically Important Financial Institutions), ovvero una lista di 29 istituzioni finanziarie come banche e assicurazioni così importanti da dover essere salvaguardate ad ogni costo, pena il collasso dell’economia e della finanza mondiale. Per evitare questo rischio le banche centrali sottopongono queste istituzioni finanziarie a rigidi controlli e, ogni due anni, a degli stress test molto duri (si tratta di simulazioni che ipotizzano come reagirebbe lo stato di salute finanziaria di una società a determinati eventi), che permettono di capire se esse siano effettivamente in grado di resistere senza patire gravi danni ad eventi straordinari e catastrofici (come una forte recessione, una epidemia come quella del 2020 o la crisi dei mutui del 2008) garantendo così stabilità a tutto il mondo economico e finanziario, ed in definitiva a tutto il sistema produttivo globale.